Ci sono storie che meritano di essere raccontate per dare la giusta risonanza a fenomeni che avvengono nel mondo e di cui non si parla a dovere. Ce ne sono altre che meritano di essere raccontate per il profondo amore e la determinazione che spingono certe persone a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Ma quella che vogliamo raccontarvi oggi racchiude entrambe queste dinamiche.

Era il 1997 quando nella provincia di Shangdong, in Cina, un bambino di soli due anni di nome Xhinzen venne rapito davanti alla propria abitazione. Per i suoi genitori il dolore fu davvero straziante, e non riuscivano davvero ad accettare di aver perso il proprio figlio, tanto amato. Così il suo papà, Guo Gangtang, decise di mettersi in viaggio alla sua ricerca.

L’uomo salì a bordo della sua motocicletta, sulla quale aveva piazzato due bandiere con su stampato il volto del figlio. Iniziò a girare in lungo e in largo attraverso ogni angolo remoto della Cina, senza perdere mai la speranza di poter riabbracciare il piccolo. Per lunghi anni continuò questa sua ricerca, viaggiando in 20 province cinesi e vivendo esperienze di ogni tipo.

E’ finito coinvolto in diversi incidenti stradali e in uno di essi si è anche procurato diverse fratture scomposte. Si è imbattuto in banditi e teppisti, ha viaggiato sulla moto nonostante le condizioni climatiche avverse, ha perfino dormito per strada o sotto i ponti. Si è visto anche costretto a cambiare ben 10 motociclette diverse lungo gli anni, ma non ha mai interrotto la sua ricerca.


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Di questo caso ne parlarono per molto tempo anche le televisioni cinesi, dando la giusta risonanza all’amore incondizionato di questo padre. Ma solo di recente, dopo oltre 500.000 chilometri percorsi, la determinazione di Guo Gangtang ha dato i suoi frutti. Xinzhen, oggi 26enne, è stato identificato nella provincia di Hanen, e il riscontro del DNA ha dato esiti positivi.

A distanza di ben 24 anni la famiglia ha potuto riabbracciarsi, e ha portato sotto la luce dei riflettori una dinamica che in Cina avviene da decenni. Xinzhen era stato rapito da una coppia, al fine di rivenderlo ad un’altra famiglia che non poteva avere figli. Sorprendentemente la polizia è riuscita perfino a risalire all’identità dei due rapitori, che dopo più di un ventennio sconteranno finalmente la loro pena.

Questa atroce pratica di rapire bambini piccoli per poi rivenderli accade più spesso di quanto si possa immaginare nel territorio cinese. Ma non è un fenomeno che accade solo nel continente asiatico. Anche in Europa sono stati registrati casi simili e ancor di più nel continente americano, specialmente in Sud America ed in Messico.

Oggi, grazie all’informazione, le autorità cercano di offrire il massimo aiuto e supporto affinché venga interrotta questa pratica brutale. Tuttavia sembra un fenomeno destinato a non arginarsi così facilmente. E’ necessaria la massima collaborazione di tutte le comunità, delle forze dell’ordine, e anche delle più alte sfere per smascherare queste organizzazioni criminali.

Per quanto riguarda Guo Gangtang, sua moglie e il proprio figlio Xinzhen, la vicenda è finita al meglio, ma solamente dopo 24 anni. Tuttavia, l’uomo ci ha tenuto a sottolineare come non nutra alcun risentimento nei confronti della famiglia che ha comprato ed adottato suo figlio. Al contrario ci ha tenuto a ringraziarli per essersi presi tanta cura di lui ed averlo cresciuto con dei sani e nobili valori.