La psicologia insegna che il taglio dei capelli è uno di quei cambiamenti che tutti facciamo quando subiamo dei momenti sgradevoli della nostra vita o quando l’età che avanza, ci porta a dover effettuare delle modifiche nel nostro aspetto.

Il termine inglese che si riferisce al taglio dei capelli successivo ad una rottura è “Breakup Haircut” e sui social media esiste un vero e proprio movimento, sotto l’hashtag #Breakuphair, dove possiamo trovare migliaia di immagini di persone con il cuore spezzato che hanno deciso di dare un taglio netto alla loro immagine e modificare la loro chioma.


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A volte il gesto è fatto per pura ribellione, o come dimostrazione di forza di volontà e controllo della nostra vita, diventando un modo per affrontare le nostre paure. Quando questa pratica avviene anche con il passare dell’età, diventa quasi una risposta automatica, spesso fatta senza pensare, dalle donne che hanno superato i 50 anni.

Le ragioni biologiche di questa necessità, sono da attribuire al fatto che, come ogni altra parte del
nostro corpo, i capelli invecchiano, si assottigliano e diventano più deboli. Quindi la soluzione migliore diventa quella di accorciarli, in modo sia da mimetizzare gli inevitabili capelli grigi, che inesorabilmente cominciano a spuntare, sia per diminuire lo stress che accumulano ed arrestare la loro caduta.

Quando si tratta di una rottura, cambiare il taglio di capelli diventa una risposta psicosomatica ad una nuova fase della nostra vita. È come se volessimo presentarci agli altri sotto un’ottica diversa e fare in modo che i nostri nuovi look possano mostrare un lato nuovo della nostra personalità. Questo avviene anche in una età avanzata, quando magari assistiamo ad un deterioramento della qualità del capello e quindi decidiamo di fare in modo di rinnovarlo in un modo che possa anche renderlo più forte ed efficace.

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