Una donna posa con una gigantesca pila di vestiti che ha accumulato per due mesi e spiega perché

Kodie Quinlivan, questo è il nome della donna australiana, diventata famosa sul social network Facebook, pubblicando questa fotografia che ha suscitato non poco scalpore.
Lo scatto mostra la donna su un pila gigantesca di vestiti.
Tutto questo è iniziato durante il lockdown causato dalla pandemia Covid-19.

Kodie è una mamma di quattro figli, che durante la quarantena, oltre a tutte le miriadi di cose di cui solitamente ci si deve occupare, ha dovuto pensare anche all’istruzione domiciliare dei suoi figli. Ovviamente, vista la mole di lavoro, ha deciso di tralasciare qualche faccenda domestica, come piegare i vestiti.

Con il passare dei giorni e con sempre meno tempo a disposizione, la montagna di indumenti è diventata davvero troppo grande, tanto che la stessa Kodie l’ha rinominata “Mount Fold More”, che si può tradurre in “La montagna di vestiti da piegare”.

La fotografia, pubblicata il 29 aprile, è diventata virale soprattutto negli ultimi giorni e molti sono stati i commenti rivolti alla signora Quinlivan in cui veniva apprezzata la sincerità dello scatto in questione, dove viene mostrata la realtà della gestione familiare e della casa, in quanto le donne non sono tutte delle super eroine che riescono sempre a coordinare tutto in modo perfetto.

Kodie ha deciso di tenere aggiornate le persone con cui era entrata in contatto in questo periodo, pubblicando una fotografia della situazione attuale dell’enorme catasta di vestiti.
Non appena finita la quarantena, la signora ha preso l’intera massa di vestiti accumulati e l’ha portato in tintoria, dove, dopo un primo momento di sgomento da parte dei proprietari, è stata interamente lavata, stirata e piegata a dovere.

Adesso Kodie ha detto finalmente addio a quell’ingombrante ammasso, ma si ritrova ugualmente a casa un enorme blocco di circa 50 sacchi di vestiti da sistemare. Dopo aver pubblicato su Facebook la nuova foto, l’ha apostrofata con la scritta: “Mount Fold More non c’è più. 50 sacchi di ritorno dalla tintoria. Tutto è stato lavato, asciugato, stirato e piegato… Ora la missione è metterli via. Ognuno farà il suo”.

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