Solamente coloro che sono sopravvissuti ad eventi drammatici, come l’olocausto, sono in grado di manifestare tutta la paura, il dolore e la sofferenza provati per mano di altri uomini. Alice Grusovà era solamente una bambina, quando i suoi genitori l’hanno abbandonata in una stazione ferroviaria, nella speranza che la piccola potesse salvarsi dall’orrore delle persecuzioni vissute durante la seconda guerra mondiale.

La storia di questa bambina ha inizio nel giugno del 1942, Alice era di origini ebraiche e quando i suoi genitori, Marta e Alexandr Knapp, in un tentativo disperato, hanno cercato di fuggire dalla Cecoslovacchia.

Il viaggio di questa famiglia non è durato a lungo, dato che una volta superate alcune stazioni, i soldati nazisti sono saliti a bordo del treno, alla ricerca di ebrei in fuga. Proprio per questo motivo Marta e Alexandr hanno deciso di lasciare la figlia, sperando che qualcuno si occupasse di lei e che non sarebbe così finita nelle mani dei nazisti.

I due sono stati arrestati poco dopo e deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, dove hanno perso la vita. Sono trascorsi molti anni da allora e Alice ha festeggiato da poco il suo 81° compleanno. Grazie al sacrificio dei suoi genitori e alla difficile decisione che hanno preso, Alice ha potuto vivere una vita serena, anche se lontana dalla sua famiglia di origine.

La donna, inoltre, era del tutto convinta che i suoi cari fossero tutti deceduti, sotto il crudele regime nazista. Tuttavia, a distanza di molto tempo, ha scoperto che questo non era del tutto vero. Proprio quando ormai era diventata un’anziana nonnina, Alice ha scoperto di avere ancora un cugino in vita e si è recata in Israele per ricongiungersi a lui e alla sua famiglia.

Quest’uomo era stato l’unico membro della sua famiglia a salvarsi dai terrori dell’olocausto, e Alice è rimasta incredibilmente sorpresa di scoprire che anche lui era riuscito a crearsi una famiglia numerosa. L’anziana donna è stata felice di potersi riavvicinare alle sue eredità ebraiche e conoscere tutti i suoi familiari è stato un momento incredibilmente commovente.

Non è stato affatto facile riuscire a connettere nuovamente queste due persone e il tutto è stato possibile grazie agli sforzi di alcune persone che hanno fatto di tutto per riuscire a far ricongiungere membri della stessa famiglia, dispersi proprio a causa dell’olocausto.

Quando Grusovà ha incontrato suo cugino Weiss non sapevano proprio come comunicare, dato che lei non parlava né l’ebraico né l’inglese, ma grazie ad un interprete questo momento si è trasformato in qualcosa di straordinario e insieme ai loro cari hanno potuto finalmente rimettere insieme i brandelli di questa coraggiosa famiglia.