Le strutture dell’impero romano non decadono e sono un simbolo della sua enorme grandezza. Nel corso di migliaia di anni, queste enormi architetture sono ancora là. Ma che tipo di cemento usavano i Romani? Qual è il loro segreto?
Finalmente possiamo parlarne con grande leggerezza: la ricetta del cemento romano era formata da una miscela di cenere vulcanica, calce, acqua di mare e grumi di roccia vulcanica. Sosteneva pesi enormi e diversamente dai moderni materiali, queste strutture erano a base di acqua che ha finito per rafforzarle nel tempo, invece di deprimerle.

Gli scienziati ci dicono che si tratta del risultato della reazione dell’acqua di mare con il materiale vulcanico del cemento che ha finito per creare nuovi minerali che hanno rafforzato il cemento stesso. Secondo la Jackson, nota geologa americana, dell’università dello Utah, i Romani erano a conoscenza delle virtù e delle qualità del cemento, ne parla, per esempio, fra gli altri, Plino il vecchio, che, nella sua Naturalis Historia ci racconta che il cemento, costruito così al naturale, diventa inespugnabile alle onde e più forte, giorno dopo giorno.


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Secondo gli specialisti, che hanno approfondito il discorso, nel cemento si trovava la tobermorite minerale alluminosa, una sostanza molto difficile da ottenere. Questa sostanza cresce in associazione con la phillipsite, un altro minerale molto importante. Tutto questo ha rivelato un altro processo che si sta palesando: nel tempo, l’acqua di mare che filtrava attraverso il cemento dissolveva i cristalli vulcanici e il vetro, che finiva per cristallizzare la tobermorite alluminosa e la phillipsite.

Questi minerali, così mixati, hanno contribuito a rinforzare il cemento romano e lo hanno reso uno dei più resistenti al mondo, capace di resistere a urti e pesi enormi. E tu lo avresti mai immaginato? Ecco perché le strutture degli Antichi romani resistono a distanza di millenni.

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