Quando si eseguono degli scavi, solitamente per lavoro, ma talvolta, come in questo caso, per gioco, si possono trovare oggetti particolari, a volte di molto valore.

Potrebbero essere reliquie antiche, vecchie monete, ma dei ragazzini americani nel giardino di una casa di Los Angels hanno trovato un tesoro davvero particolare.

Trovarono infatti una macchina. Un’auto sepolta proprio nel loro giardino. Si trattava di una Ferrari e precisamente di una Dino 246 GTS verde metallizzata, numero di serie 07862.

Il sogno di ogni bambino. Fu davvero un’incredibile scoperta!

La famiglia chiamò le autorità e l’auto fu tirata fuori, era in ottimo stato di conservazione. Era stata conservata sicuramente da qualcuno che non voleva minimamente scalfire la sua bellezza.

Erano stati posti dei fogli di plastica nei finestrini cosi da impedirne le infiltrazioni, e poi era stata ricoperta di teli e asciugamani e per completare vi erano due grandi tappeti che ricoprivano completamente la vettura.

GLi investigatori cercarono di scoprire come mai quell’auto si trovava lì. Dalla targa bruciacchiata trovata, si scoprì che l’auto era appartenuta a Rosendo Cruz un uomo che aveva acquistato la ferrari nel 1974 a 22.500 dollari.

Si trattava di un regalo per la moglie, la donna fece 800 chilometri in due mesi e poi il 7 dicembre mentre era a cena con il marito, al Derby Brown sul Wilshire Boulevard, la brutta sorpresa.

All’uscita si accorsero che la loro Ferrari Dino era sparita. Venne fatta la denuncia e Rosendo Cruz intascò i soldi dall’assicurazione. Dopo il ritrovamente, però, venne sospettato di frode assicurativa.

Rosendo, avendo incassato il premio assicurativo, non poté reclamare la Ferrari.

La Bank of America, proprietaria legale, rimorchiò la Dino con un carrattrezzi e poi la mise all’asta.

La macchina venne acquistata dopo qualche tempo da Brad Howard, l’attuale proprietario. Fu arruolato un esperto di Ferrari, Giuseppe Cappalonga, che restituì all’auto la sua antica bellezza.

La storia di quest’auto incuriosì Mike Spinelli che fece un documentario.

“Tutto nacque dalla foto della Dino sepolta che vidi curiosando nel web, non ne avevo mai sentito parlare prima. Iniziai a cercare su Google e nacque l’idea della nostra indagine.”

Davvero una storia particolare. D’Altronde non esistono molte macchine che sono finite in una tomba e poi sono risorte.

[Credit: Treccani.it]