Il mondo può riservare delle vere brutte sorprese a chiunque, specialmente se ci si ritrova a vivere in mezzo alla natura. Questo non vale solamente per gli esseri umani, ma anche gli animali devono sempre tenere un occhio aperto, per evitare i pericoli.

Di recente, nella cittadina di Meyrals, la storia di un cervo, che si è trovato ad affrontare un “brutto quarto d’ora”, sta decisamente divulgandosi sul web. L’animale selvatico si è ritrovato sprofondato in una fossa naturale di circa sei metri e completamente ricolma di fango e non riusciva più a risalire.

Fortunatamente per l’animale, alcuni escursionisti lo hanno scoperto ed hanno immediatamente avvertito i soccorsi. Grazie all’intervento dell’Ufficio dipartimentale della biodiversità francese, è stato possibile realizzare un intervento davvero tempestivo.

Nonostante la caduta, l’animale non era rimasto ferito, ma era veramente terrorizzato e stanco.
Era palese che bisognava intervenire nel minor tempo possibile, per evitare che la situazione degenerasse ancora di più.

Il team che si è occupato della sua salvezza è il GRIMP24. Per riuscire a tirar fuori l’animale da quella spiacevole situazione sono servite ben 4 ore.

Per evitargli ulteriori stress, durante la fase di soccorso, l’animale è stato addormentato, tramite l’uso di un dardo soporifero e solamente quando si è assopito i soccorritori si sono potuti calare nella buca e legarlo in modo da poterlo portare fuori.

Tuttavia, mentre lo stavano tirando su, il cervo si è svegliato ed è stato necessario utilizzare una nuova dose di tranquillante per evitare problemi. Una volta tolto fuori dalla voragine, il cervo è stato visitato da un veterinario, che si è assicurato delle sue condizioni di salute, che fortunatamente erano ottimali.

È stato allontanato dalla fossa e lasciato in libertà. Un salvataggio davvero magnifico che dimostra come un lavoro ben coordinato possa davvero fare la differenza. Bisogna sempre prestare attenzione a dove si mettono i piedi, specialmente nei luoghi che conosciamo poco, dato che non si sa mai quando la terra può letteralmente “crollarci sotto i piedi”.